Into the wild -
La storia la conoscevo già, il film non l'avevo ancora visto. Se 20 anni fa il mito della "fuga" (o scritto fuga Robbie, non figa ) era rappresentato dal film di Salvatores "Puerto Escondido", oggi è probabilmente Into the wild a farlo. Storia americana molto poco americana: uno studente brillante, con famiglia benestante, pronto per Harvard, molla tutto e tutti ed inizia a vagabondare per gli States. Fugge dai concetti di famiglia, società e carriera che gli erano stati imposti fino ad allora e che sono alla base dalla cultura a stelle e strisce. Incontra persone, visita luoghi, corre pericoli. La destinazione finale è l'Alaska, selvaggia ed incontaminata. Anche il finale è tutt'altro che american-style.
Il regista Sean Penn ci regala un viaggio non banale, lontano dai molti stereotipi che circolano sull'argomento. Il protagonista, tale Emile Hirsch, si rivela bravo e convincente.
Sconsigliato al Trinacre perché non ci sono né mountain-bike né ragazzoni muscolosi.
Sconsigliato a Robbie perché "troppo vecchio per certe stronzate". (cit.)
L'unico momento che francamente ho trovato poco credibile è stato quando il protagonista rinuncia a scoparsi una sensualissima Kristen Stewart perché "troppo giovane".